La Brenta Vecchia, dove c’è un saldo legame con il territorio
E sono venti! Vent’anni di attività per il ristorante La Brenta Vecchia, insegna di Vigodarzere che, avrete dedotto, prende il nome dal fiume che scorre poco più in là. Un luogo che ha tutte le sembianze di una casa: un casolare rustico ristrutturato, con uno spazio esterno perfetto per la bella stagione, ma soprattutto un'insegna in cui ritrovare nei piatti e nell'atmosfera delle piacevoli note familiari.
Prima de La Brenta Vecchia
Guardando indietro nel tempo si scopre che questa attività ha origini persino difficili da datare. Ne sono responsabili i nonni Tiso, che hanno dapprima avviato un’osteria e poi una trattoria, candidandosi a luogo di accoglienza per molti clienti della zona.
La gestione ora è di Alberto e Antonio Tiso, capaci di dare continuità all’attività di famiglia stando molto saldi sui principi che l’hanno contraddistinta fino ad oggi: magiare bene stando bene.
Il territorio, un elemento a cui dare risalto
La Brenta Vecchia è un indirizzo che inevitabilmente parla con convinzione la lingua locale, si concentra sui prodotti del territorio, sulle ricette venete. Lo fa in un modo che, per noi, sarebbe da emulare: rimarcando il legame con la tipicità e la località senza banalizzarlo, come fanno alcuni.
Spesso chi è concentrato sulla cucina tradizionale non sa darsi il giusto valore, procede per inerzia, senza dare nomi e cognomi a persone e prodotti. È invece fondamentale che si parli di territorio, tipicità, usi e costumi quando questi elementi ci sono. Anche con un bollino nel menu, come avviene a La Brenta Vecchia. Anche con una lieve digressione storica quando si presenta un piatto a tavola. Le modalità sono tante, basta esserne convinti e infilarci un po' di creatività.
Dalla cucina
In cucina a La Brenta Vecchia, dal 2019, c’è Nicolò. Proprio con lui, con cui inevitabilmente abbiamo i maggiori scambi visto il rapporto di fornitura che ci lega, abbiamo parlato di prodotto e di preparazioni.
Nicolò ha un percorso di cucina non convenzionale (basti pensare che ha fatto un passaggio con lo chef Battistin quando il Fuel era a Villaguattera) ed ha interiorizzato la cucina tradizionale per il ristorante poco alla volta. Sì, perché un conto è essere veneti e conoscere i piatti tradizionali, un conto è garantire l’uscita di un menu completo e molto ampio in un locale che ha 120 coperti all’interno e circa 90 all’esterno. Sono due fatti sensibilmente diversi... che potrebbero dare esiti opposti se la gestione e le motivazioni non fossero adeguate!
Gnocchi freschi, una delle preparazioni immancabili de La Brenta Vecchia
Nicolò ci racconta il suo rapporto con la tradizione.
“Penso che molti piatti della tradizione abbiano un ingrediente in comune: la pazienza. Per fare un buon ragù, per esempio, ci vuole sicuramente della buonissima carne, la giusta quantità di soffritto, ma tutto il resto lo fanno la sensibilità di chi cucina e il tempo. Bisogna saperlo ascoltare, aggiungerci un filo di brodo, un po’ di sale quando serve. Poi ci sono piatti più semplici che per me incarnano alla perfezione la nostra cucina veneta. Vogliamo parlare di polenta, soppressa e funghi?! Un piatto che non bisogna aver timore di proporre, fa parte della nostra cucina ed è affine al nostro palato”.
Dettagli dal menu
A La Brenta Vecchia, dicevamo, il menu è sostanzioso. Ci sono tantissimi piatti tipici contrassegnati da un simboletto, svariate proposte per vegetariani e vegani.
La maggior parte delle preparazioni vengono fatte in casa, come gli gnocchi, la pasta fresca, i fondi e i ragù, tra qualche tempo - si augurano - anche il pane. Le specialità sono tantissime, ma una bisogna citarla: la carne d’asino. Non è sempre disponibile, ma quando ci sono la costata, la tartare, o il ragù d’asino è davvero d’obbligo prenderli. Vale lo stesso per i formaggi veneti, di cui molti scelti dal nostro assortimento, come l’Ubriaco, il Morlacco, il Dobbiacco; i bigolì in diversi condimenti, il baccalà.
Non mancano anche delle proposte del giorno e qualche digressione dai classici.
“Ci piace introdurre sapori e abbinamenti nuovi, la nostra identità non viene intaccata se proponiamo qualche pietanza più innovativa, come il risotto con cachi e castagne, o quello con ortiche, limone e zenzero che andremo a proporre nel menu di Pasqua”.
Il risotto con cachi e castagne
Sul bere si fanno le medesime scelte: vini locali, anche biologici, e pure qualche etichetta da altre regioni. Per gli appassionati c’è anche una bella selezione di distillati composta da whisky, cognac, rum e grappe.
Questo è un locale che riporta una versione autentica della tradizione facendo leva sulla prossimità e prestando ascolto alle nuove esigenze delle persone.
La Brenta Vecchia
Via Maresana, 22/a
Vigodarzere PD 35010
www.labrentavecchia.it